Ricordando il Vescovo
Eugenio
SULLA MALATTIA E SULLA SOFFERENZA IN UNGHERESE
Di Antonia Asioli
Il Vescovo Eugenio nel suo testamento scriveva: "Ai miei diocesani, che
mi sono stati e mi sono sempre cari, lascio come mio ricordo in particolare
le mie riflessioni sulla sofferenza, perché tutti passiamo attraverso
ed essa e per tutti può essere via all'incontro con Dio".
Il libretto "Sulla sofferenza e sulla malattia" ha espresso il nostro
desiderio di diffondere il messaggio di speranza che il Vescovo Eugenio ci ha
lasciato. Con grande gioia e soddisfazione oggi mandiamo in stampa 2'000 copertine/copie
del libretto "Sulla malattia e sulla sofferenza" in ungherese, che
serviranno alla comunità di Kismaros per il suo impegno di Pastorale
della carità.
Abbiamo chiesto ad Antonia Asioli di raccontarci come è nato l'incontro
con la comunità ungherese che ha tradotto e utilizzerà il libretto
del Vescovo Eugenio.
L'incontro con la comunità cistercense del Monastero "Boldigas
szony Haza" (Casa della Beata Vergine) di Kismaros in Ungheria risale all'estate
del 1993. Accogliendo la proposta di iniziare un rapporto con questa comunità
mi sono recata, accompagnata da due amiche, in questo sconosciuto paese dell'Est.
Per una decina di giorni abbiamo condiviso la vita povera, fatta di preghiera
e di lavoro, delle monache. Siamo rimaste colpite dalla gioia e dal clima famigliare
di questa giovane comunità. Abbiamo conosciuto la loro straordinaria
storia vissuta in circostanze inimmaginabili per noi cristiani d'occidente:
estrema povertà, clandestinità, prigionia, a causa della propria
fede in Cristo e nella Chiesa. Personalmente sono rimasta affascinata e richiamata
da questa loro fede testimoniata con letizia nella semplice e povera vita quotidiana
e nelle numerose iniziative sociali, spirituali e culturali, nate nel Monastero
per rispondere ai bisogni della popolazione (ad esempio: nel 1993 è stato
aperto nel villaggio di Kismaros un ambulatorio medico e di fisioterapia; vi
lavoravano un medico oblato e due monache fisioterapiste). Rientrate in Ticino
ho raccontato quest'arricchente esperienza ed abbiamo coinvolto altre persone
disposte a sostenere il Monastero e l'ambulatorio d Kismaros. Ho avuto l'occasione
di parlarne anche con il Vescovo Corecco e già nell'autunno '93 è
stato possibile un incontro a Lugano fra la badessa Mère Agnès
(fondatrice di questa Comunità nata nella clandestinità) e il
Vescovo Eugenio. Ne è nata una reciproca stima e una profonda amicizia,
che è continuata durante la malattia e si è intensificata nella
comunione della preghiera. Il Vescovo è rimasto presente nella Comunità
come un caro amico. Nel maggio di quest'anno siamo ritornate come ogni anno
a Kismaros e con gioia ho scopertine/coperto che avevano tradotto in ungherese il libretto
di Caritas Ticino "Sulla malattia e sulla sofferenza". Il testo (semplici
fotocopertine/copie) è stato oggetto d'attenta riflessione soprattutto da parte
di persone che lavorano con ammalati o persone che, dovendo affrontare la malattia
di un loro famigliare, chiedono di essere aiutate a condividerla con spirito
cristiano. La testimonianza del Vescovo Eugenio è pure stata d'aiuto
a diverse persone ungheresi gravemente ammalate (come suor Kis Agi morta per
un tumore maligno il giorno dell'Ascensione). L'amicizia con la Comunità
di Kismaros continua; è bello vedere come attraverso l'intreccio di circostanze
e la disponibilità degli uomini, Dio opera per un Bene più grande.